Le meravigliose barriere coralline sono un vero e proprio tesoro della natura. Questi ecosistemi, come riporta il sito del WWF, sono stracolmi di vita, con migliaia di specie animali e vegetali che si contendono lo spazio. Uno degli organismi più affascinanti che popolano le barriere coralline è il corallo rosso, che una volta era abbondante in Italia ma ora è diventato una rarità.
Barriere corallina: dove si trovano e quali sono le catene alimentari
Le barriere coralline si trovano solo nelle zone tropicali, dove la temperatura dell’acqua varia tra 18°C e 30°C. Tuttavia, nelle zone equatoriali interessate dalle correnti fredde, come le Isole Galápagos, il loro sviluppo è limitato. I coralli fanno parte della famiglia dei Celenterati e comprendono una vasta gamma di specie, come i coralli molli, le madrepore, le gorgonie e molto altro. Nonostante siano organismi diversi, tutti i coralli condividono una fase larvale in cui nuotano liberamente nell’oceano. Successivamente, si sviluppano in colonie e alcuni di loro formano scheletri calcarei che sostengono la struttura vivente e forniscono un rifugio e cibo per molte altre specie.
Le catene alimentari delle barriere coralline sono incredibilmente ricche e complesse. Ci sono animali che si nutrono di detriti, riciclando il materiale che cade sul fondale. Poi ci sono quelli che si nutrono di plancton, pesci e invertebrati che sono vegetariani, ma anche carnivori spaventosi come il barracuda e lo squalo. Questa biodiversità straordinaria ha portato allo sviluppo di adattamenti difensivi e di predazione unici, come veleni potenti, spine affilate e incredibili camuffamenti.
L’attività dei polipi e i rischi dovuti al cambiamento climatico
Ma non tutto è armonia in queste barriere coralline. Ci sono organismi che si nutrono dei coralli stessi, come il pesce pappagallo, che con il suo becco corneo frantuma gli scheletri calcarei dei coralli. Poi c’è la stella marina corona di spine, un vero e proprio flagello per le barriere coralline. Una sola stella marina può divorare fino a 5 metri quadrati di corallo all’anno. I polipi sono gli architetti delle barriere coralline. Sono minuscoli invertebrati simili alle anemoni marine, ma si uniscono per formare colonie estese. Di notte, i polipi escono dalle loro piccole cavità per estendere i loro tentacoli e nutrirsi. Oltre alla temperatura, la quantità di luce, la salinità e l’acqua limpida con pochi sedimenti sono fondamentali per la crescita dei polipi che formano le barriere coralline.
Ma negli ultimi decenni, un fenomeno preoccupante sta mettendo a rischio le barriere coralline: lo sbiancamento dei coralli. Questo si verifica quando i polipi muoiono a causa di malattie o dei cambiamenti delle condizioni ambientali, come la temperatura e la salinità. Questi cambiamenti sono spesso causati dal mutamento climatico, che sta mettendo a dura prova questi delicati ecosistemi. Inoltre, l’aumento anomalo dei predatori dei coralli, come la stella marina corona di spine, potrebbe essere attribuito alle attività umane che hanno alterato l’equilibrio dell’ecosistema, anche se non abbiamo ancora tutte le risposte.