Che cosa pensi quando senti il termine “zapping”? Ti viene in mente quel gesto d’impazienza che spesso compi quando accendi la televisione alla ricerca di un programma interessante? Lo zapping, chiamato comunemente “carrellata di canali” in italiano, è ormai una pratica tanto comune quanto diffusa.
Cos’è lo zapping, simbolo del moderno consumo televisivo
La pratica dello zapping consiste nel passare da un canale all’altro velocemente, caricando la fila dei canali con l’idea che, quando si trova il programma giusto, lo si possa fermare e guardare con calma. Questa pratica è stata incentivata dall’invenzione del telecomando, che facilita il passaggio netto da un canale all’altro. Spesso si vuole trovare l’episodio giusto di una serie, la partita di calcio preferita o il film che si stava cercando, e lo zapping consente di sveltire l’operazione. La pratica è diventata così diffusa che in italiano il termine viene utilizzato proprio per indicare l’azione di passare velocemente da un canale all’altro.
Lo zapping è così comune da essere associato alla pigrizia, alla disattenzione e all’iperattività. Tuttavia alcuni utenti sostengono che lo zapping non sia altro che un sintomo della modernizzazione del consumo televisivo. Grazie alla diffusione della televisione satellitare vi sono sempre più canali tra cui scegliere, il che facilita la pratica. Per aiutare lo spettatore nella scelta del canale, sono stati messi a disposizione degli utenti anche dei mosaici che mostrano più canali contemporaneamente, così da poter selezionare più facilmente la scelta giusta.
Perché si chiama così
Eppure, lo zapping, anche se molto diffuso e considerato negativamente da molti, può essere anche sintomo di uno spirito critico. Non bisogna dimenticare che la televisione viene spesso utilizzata come “strumento di indottrinamento”. In questo senso, lo zapping si può rivelare un gesto di reazione contro la volgarità che spesso caratterizza la pubblicità o i programmi televisivi. Il fastidio che si può provare davanti a determinate situazioni, alle quali non si vuole rinunciare, può trovare giustificazione nella parola inglese “zapper”, che indica un insetticida utilizzato per uccidere gli insetti più sgraditi. Ed è proprio da qui che trae origine il termine “zapping”.
Insomma, tale pratica può essere un’arma a doppio taglio, ma neanche può essere banalizzata o sottovalutata. La concorrenza tra i canali, la diffusione di servizi di streaming che permettono di vedere i programmi preferiti in qualsiasi momento e la tendenza verso un consumo televisivo più accorto e responsabile, rappresentano comunque una sfida per lo zapping, che può diventare un’abitudine sana, lontana dal fastidio, dall’inerzia e dalla poca attenzione. In altre parole, lo zapping può rappresentare sia una lente positiva che una negativa su una realtà più o meno felice.