mercoledì, Novembre 29, 2023
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Perché si dice “topo da biblioteca”? Tante curiosità e numerose spiegazioni!

Il modo di dire “topo da biblioteca” suscita curiosità e spesso viene usato per descrivere un lettore incallito e appassionato. Ma da dove nasce questa espressione? Per scoprirlo, occorre fare un salto nel passato.

“Topo da biblioteca”, il significato dell’espressione

Nell’Ottocento, le biblioteche erano ancora un privilegio per pochi e spesso si trovavano in locali dall’aspetto ben diverso da quello odierno. Costruite in legno e dotate di scaffali colmi di libri, le librerie erano perfette prede per i topi, che vi si insediavano facilmente, spesso attraverso fessure e squarci. I topi, dunque, oltre a destreggiarsi tra i volumi, avevano un’opportunità in più: la possibilità di sfuggire a occhi indiscreti e ambientarsi in un luogo silenzioso, perfetto per trascorrere le ore in santa pace. Non sorprende quindi che nel corso del tempo, la figura del topo sia stata associata alla biblioteca. Ecco, dunque, perché viene utilizzata l’espressione “topo da biblioteca“.

Ma perché proprio i topi? Questi roditori, da sempre simbolo di astuzia e intelligenza, hanno sempre affascinato grandi e piccini. Basti pensare alla storia di Topolino e alla sua intraprendenza nella risoluzione di quegli ostacoli che la vita gli poneva davanti. È facile quindi intuire che l’idea di un “topo da biblioteca” abbia preso piede proprio per questo motivo. La figura del roditore intelligente e arguto, infatti, si sposava alla perfezione con quella del lettore erudito e appassionato.

Biblioteca

Il legame tra i topi e la sete di lettura

Il termine biblioteca, inoltre, deriva dal greco bibliothēkē, che significa “luogo dei libri”, un’altra connessione che suggerisce una perfetta integrazione tra lettori e topi. E così, negli Stati Uniti, venne coniato il termine “biblioteca rat” per indicare quei lettori assidui e appassionati che trascorrevano ore tra le pagine dei libri, proprio come un topo che si aggira furtivamente tra gli scaffali. Ma il termine “topo da biblioteca” non ha un significato negativo, anzi. Oggi viene utilizzato in modo colloquiale per descrivere un lettore accanito e appassionato di cultura, un divoratore di libri che entra in biblioteca affamato e ne esce sempre sazio e soddisfatto.

Il legame tra topi e biblioteche, insomma, è stato il carburante giusto per alimentare la fantasia di chi ha sviluppato una passione sconfinata per la lettura e per quei luoghi che sanno ancora emanare il profumo di carta e inchiostro. Quando entrerete in biblioteca, e vedrete un topo che sbircia dalla fessura di un armadio, pensate al significato di questa espressione. E sappiate che in fondo, con lui, condividete la stessa sete di cultura e di conoscenza.

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