Necessario il contrasto alla guerra economica


Il governo ha deciso di contrastare seriamente gli attacchi di cyber war contro gli obiettivi sensibili nazionali, sulla base di una strategia e di uno stanziamento destinato.

La strategia prevede il potenziamento dell’agenzia nazionale e la strutturazione di un partenariato pubblico-privato per fare sistema, come è stato più volte sollecitato dai servizi di intelligence tramite il Copasir. Nella consapevolezza, del tutto condivisibile, che le falle di sistema non si riparano con la chewing gum, ma con l’intervento strutturato in difesa delle attività produttive, oltre che delle istituzioni.

La cyber war, infatti, è uno strumento di guerre invisibili, apparentemente meno letali dei conflitti armati, portate con gli strumenti dell’economia e del diritto. Anche queste guerre producono devastazione, povertà e disordini sociali.

L’Italia è sotto questo attacco invisibile da tanto tempo e non è strutturata per fare sistema, come richiede l’intelligence. Che da sola non basta. Non può inseguire sul terreno della rapina quotidiana, perpetrata tramite investimenti e contratti apparentemente regolari, fondi e consulenti di tutte le risme.

Non bastano le attuali strutture di intelligence, non bastano le attuali modalità di intervento nell’economia di impresa. Serve aria nuova. Il potenziamento del sistema cybersicurezza è un buon inizio.    

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