IMPERIUM NON OLET: il potere non dà fastidio.

IMPERIUM NON OLET. Questa parafrasi del più noto “pecunia non olet”, che ha contraddistinto la morale della politica degli ultimi 20 anni, mi sembra ormai, a parole, sostituita da un altro sentimento. Sentimento dovuto da un imminente potere di governare dato dall’elettorato a chi è stato a lungo digiuno, come la Lega, o non ha mai avuto opportunità per giovinezza, come il Movimento 5 Stelle.
Questa prima manifestazione di potere si riassume in quello di interdizione: il “no tu no” verso altri, che strillano “vengo anch’io” , in un finto dialogo tra persone che non si concedono il reciproco rispetto. In un ruolo, dato dall’elettorato al Parlamento, che è quello di governare e non di interdire gli avversari politici. Ma, da quello che sembra, all’interno delle coalizioni e dello stesso M5S, siamo ancora in campagna elettorale.
“E’ iniziata la terza repubblica”, e poi “aboliremo la condizione di senza vincolo di mandato” e “non terremo conto del vincolo del 3% sul debito”: sono tutte frasi da campagna elettorale e non parole di qualcuno che dovrebbe assumersi le responsabilità date dalla Costituzione ai Parlamentari eletti. Qualcuno che dovrebbe dare al Paese una maggioranza di Governo, secondo le regole vigenti affidate al controllo del Capo dello Stato.
Anche chi ritiene che il mandato dato dai Cittadini sia quello dell’opposizione dovrebbe farlo in maniera ragionevole e non emotiva o preconcetta: va tutelato quello che di buono è stato fatto, confortato dai dati delle dinamiche economiche – anche se quelle sociali sono ancora deludenti. Si dovrebbe entrare nel merito delle proposte che saranno fatte da chi avrà il mandato di esplorare la possibilità di una maggioranza parlamentare, per proporre un Governo con la sua agenda di legislatura.
Non è il momento di dare giudizi poiché bisogna attendere il 23 di marzo per capire, con l’elezione dei Presidenti delle Camere, quali saranno gli schieramenti che condizioneranno la vita – forse breve – di questa nuova legislatura. Ma vorremmo ricordare agli eletti, nuovi e a quelli con più legislature, che il vero “imperium” sta nell’equilibrio tra i poteri distinti ed autonomi della Repubblica Italiana. Il vincolo contrattuale degli eletti M5S è, di fatto, una sottomissione non al corpo elettorale ma ad un accordo tra privati, che si ritiene legittimato da un successo elettorale.
Questo che è un punto assolutamente indeterminato, che viola di fatto la mancanza di vincolo di mandato previsto dalla Costituzione per i Parlamentari eletti nel M5S, speriamo non porti a scelte che potrebbero rivelarsi assolutamente al di fuori degli interessi del Paese. Come quello di avviarsi verso un aumento del debito pubblico, senza le adeguate coperture di bilancio durante lo stesso esercizio finanziario. Solo investimenti in infrastrutture, nel “human capital” ed in R&S possono godere di coperture pluriennali di bilancio. Mentre l’assistenza ai redditi minimi ed alle famiglie monoreddito debbono avere la connotazione del provvisorio, anche se sono comunque doverose ed urgenti. Forse su questi principi semplici potrebbero essere tutti d’accordo. Senza “imperium” di pochi che siano dentro e/o fuori al Parlamento.
Abbiamo già scritto prima del risultato elettorale che questa era una partita di tresette con il morto. Speriamo che non diventi un poker, nel quale i partecipanti giocano denari prestati. Senza avere, in caso di sconfitta, alcun capitale per restituirli.