CRISI DI GOVERNO PER IL TERMOVALORIZZATORE DI ROMA, ABBIAMO PROBLEMI PIU’ IMPORTANTI

La posizione del M5S e dei Partners occasionali sul conferimento di poteri commissariali al Sindaco di Roma per realizzare nel Piano Rifiuti anche un termovalorizzatore assorbendo poteri che sono della Regione Lazio nella materia di competenza agita la compagine governativa con relativa ipotesi di crisi della maggioranza che sostiene il Governo Draghi.
Questa minaccia va presa in seria considerazione con la consapevolezza che, COMUNQUE l’interesse pubblico a costruire un termovalorizzatore non ha assolutamente rilievo rispetto la necessità della stabilità del Governo e che il termovalorizzatore, se corrisponde ai requisiti tecnico economici e chiude il ciclo dei RSU di Roma Capitale, si può fare con regole ordinarie esistenti; oltretutto questo impianto non faceva parte del programma elettorale di Gualtieri.
La Giunta Capitolina ha già preso un’importante decisione sulla gestione del ciclo dei rifiuti con una programma che finalmente prevede la messa in funzione di impianti di biodigestione anaerobica della FORSU con la possibilità di produzione di BIOMETANO , azione che è coerente con le iniziative nazionali di compensazione del deficit di GNL dalla Russia; questa parte del Piano Rifiuti deve essere garantita poiché con i relativi interventi di raccolta differenziata consente di eliminare progressivamente la componente più fastidiosa degli RSU, cinghiali compresi.
Invitiamo quindi a fare le azioni per le quali vi è largo consenso e che sono aderenti a progetti nazionali ed ai programmi della UE: il Sindaco di Roma rinunci ai poteri commissariali per l’inceneritore e porti a compimento tutti gli altri progetti previsti per il 2025 e lasci spazio per un confronto pacato sulla tecnologia, sulla localizzazione degli impianti dando corpo ad Piano Industriale per la Gestione Integrata dei RSU che ancora non esiste.
In questo contesto il ruolo e le attività di AMA ed ACEA vanno rivisitate altrimenti AMA sarà per i Cittadini solo un costo ed ACEA, con il 49 % di capitali privati, non è assolutamente garantito che possa fare gli interessi del socio di maggioranza; i rischi di un investimento elevato per un termovalorizzatore di grandi dimensioni con tempi lunghi di ritorno in questa fase di instabilità delle politiche energetiche può non essere gradito dal mercato .