Cinque Stelle in caduta libera, Lega attenta

I Cinque Stelle sono in caduta libera, anche in Basilicata, come nelle altre regioni che hanno votato nei mesi scorsi. Di Maio, capo politico, dice giustamente che le elezioni amministrative risentono degli “attriti” locali (leggi, clientele), ma i sondaggi sulle intenzioni di voto nelle elezioni politiche sono altrettanto impietosi.
Anche qui, Di Maio ribatte che i sondaggi possono mentire, come si è dimostrato in precedenza. Anche questo è vero, ma il trend della flessione anche su scala nazionale è avvertito da chiunque osservi la politica.
Tant’è che Berlusconi, tramite i suoi e, ogni tanto, di persona, incalza, per il “nuovo” centrodestra e per un governo monocolore (azzurro). Salvini, come è noto, resiste, qualcuno dice tatticamente, e, secondo noi, correttamente. Sa che gli elettori potrebbero punire, nelle urne, il partito responsabile dell’abbandono dell’esperienza giallo – verde e, tutto sommato, teme che Berlusconi voglia traghettare il nuovo centrodestra verso l’alleanza con il Pd di Zingaretti (per lui Renzi e Zingaretti, pari sono). Se così è, non sbaglia.
Forza Italia non ha linfa vitale e Fratelli d’Italia è condannata, per tanti motivi che vedremo in altro momento, a numeri da prefisso telefonico. Il partito trainante dovrebbe essere la Lega e il traguardo del 40 per cento non sarebbe alla portata. Nel nuovo Parlamento si ripresenterebbe l’esigenza di un’alleanza e se i veti incrociati rimanessero gli stessi, non ci sarebbe maggioranza, con l’esito scontato del governo di salute pubblica, a guida Cottarelli o simili.
Non una fausta prospettiva per l’Italia, e Salvini, che, in questo momento, può aspirare a caratterizzare la politica italiana, interna ed estera, dei prossimi 10 anni, lo sa perfettamente. Secondo noi, resisterà alle lusinghe di Berlusconi e non si vedono minacce a suo carico all’orizzonte. Piuttosto, è il caso di interrogarsi sui Cinque Stelle. Perché sono in caduta libera?
Per la diffusa sensazione di incompetenza suggerita dai suoi esponenti, vera o falsa che sia, per il collasso di Roma e per gli incidenti di percorso giudiziario che segnalano l’identità (a)morale di vari rappresentanti. La questione morale – diciamo la verità – porta un po’ sfiga!
Cominciò Berlinguer, con successive ampie dimostrazioni contrarie. Però, nel caso dei Cinque Stelle, c’è qualcosa di più, che inquina il rapporto con gli elettori.
Si è capito che hanno mentito agli elettori. Non credono veramente al principio dell’“uno vale uno” (in quanto applicabile) e, soprattutto, non stanno mettendo mano alla ramazza. E, se qualcuno gli segnala la zozzeria, la lasciano dove si trova. Tutt’al più, si girano o la spazzano sotto al tappeto. I cittadini se ne sono accorti e li puniscono. Di Maio dovrebbe correre ai ripari, consultandosi con le persone normali, che non frequenta più (salvo che in foto), prima che sia troppo tardi.