Call center Vittorio Sgarbi

Cosa non si fa per la gloria! Munito di inusitata umiltà, Vittorio Sgarbi si è improvvisato telefonista di lusso per favorire la campagna quirinalizia di Berlusconi.
E ha cominciato a chiamare tutti i parlamentari in bilico tra il seggio e la prospettiva della disoccupazione a fine legislatura, perché sentissero la voce di Berlusconi dal vivo, live, e gli chiedessero cosa avrebbe fatto da grande, in caso di elezione al soglio. Non sono noti i particolari, ma Sgarbi si è affannato a dire che le domande politiche hanno prevalso su tutto.
Intendiamoci, Sgarbi non si è inventato nulla. Ha soltanto dichiarato di fare quello che gli altri candidati in pectore fanno di persona o tramite persone incaricate.
Tabacci, ex DC, memore delle esplorazioni che i maggiorenti del partito ogni tanto commissionavano al volenteroso di turno, in effetti a beneficio degli iscritti, per dargli importanza, ha indossato la sahariana per esplorare, nell’interesse di Draghi, in concorrenza con Renzi, la zona grigia degli scappati di casa, che però, ahimè!, voteranno, e per sondare gli umori dei segretari. Come se gli umori degli uni e degli altri non fossero mutevoli, al limite della nevrastenia. ù
Le persone più abili della partita, a giudicare da fuori, sembrano ancora una volta Berlusconi e Renzi. Tendenti a favorire e intestarsi l’elezione di Draghi. Almeno per ora. Poi si vedrà. E si farà. Fino all’ultimo respiro.