Uno shrink per Johnson


Non siamo così maligni da pensare che Boris Johnson, tramite interposta persona, suggerisca agli ucraini di attaccare obiettivi russi in territorio russo per schivare le iniziative giudiziarie a suo carico, per i famosi covid parties in Downing Street no. 10 durante il lock down. Che potrebbero comportare la sua debacle politica, secondo noi fin troppo meritata.

Temiamo, invece, che sotto i capelli sgargianti ci siano rotelle che richiedono una pronta manutenzione. Il portavoce del Cremlino non aspettava altro.

Già le forniture di armi leggere non devono essere piaciute a Putin e ai generali dell’armata rossa, che arrancano a tenere il passo con i desiderata del politburo, o come adesso si chiama, e le aspettative popolari. Figuriamoci se effettivamente arrivano armamenti pesanti che, in ipotesi, a dar credito a Bojo, potrebbero essere usati contro obiettivi strategici oltre il confine.

Se è ovvio a noi, che non siamo strateghi, che la reazione russa potrebbe essere nervosa e proporzionata o sproporzionata, molto di più la voglia di escalation dovrebbe far riflettere la Casa Bianca e soprattutto, dalle nostre parti, Draghi e Mattarella. Dai quali non sarebbe male che uscisse qualche parola distensiva, suggerita dagli interessi nazionali italiani e non dalle pensate di Johnson.   

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