Merkel ridimensionata dalla storia


Non siamo mai stati teneri con la Merkel. Del tutto isolati, ma a ragione, visto che ora anche il successore alla guida del governo tedesco deve (tentare di) rimediare agli effetti dei suoi errori politici. Che non si limitano agli squilibri interni alla zona euro e ai surplus produttivi dell’industria tedesca, ma riguardano scelte sbagliate di lungo termine economiche e militari.

Si vede bene, ora, che la Merkel, sbeffeggiando l’Italia con Sarkozy insediato all’Eliseo, marciava a grandi passi verso la dissoluzione dell’Unione Europea. Volontariamente.

Così come si vede bene che la politica energetica sbagliata, tendente a favorire apparentemente le forniture russe, aveva come obiettivo effettivo lo spezzatino dell’Unione a favore di una crescente infiltrazione cinese. A fini di destabilizzazione e di impoverimento dei paesi dell’Unione, tra cui la Germania.

Sembra che Kohl, il suo mentore politico, all’inizio del rapporto la riprendesse a tavola, ma accettasse la linfa vitale dell’ambizione della ragazza dell’est, ex DDR, cosiddetta Repubblica Democratica Tedesca, quella che controllava “Le vite degli altri” per intenderci. Che considerava reato il possesso di una macchina da scrivere.

Perché la Merkel rappresentava agli occhi di Kohl la sintesi hegeliana del processo di unificazione delle due Germanie. Mai errore fu più grande. Il primo epurato della Merkel, in versione occidentale, fu proprio Kohl. La seconda vittima è la Germania.

Come dire che la Merkel si è conformata al suo destino e alle attese che sono state coltivate sulla sua crescita politica. Celebrata, fino alla drammatica smentita.

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