Guerra in Europa


Alla fine l’aggressione all’Ucraina c’è stata. L’occidente non ci voleva credere, la prospettiva della guerra in Europa non sembrava possibile, e ha ignorato colpevolmente l’allerta dichiarato dall’intelligence americana. Che – bisogna dirlo – questa volta è stata più brava dei pur meritamente famosi servizi inglesi.

Le truppe russe si sono schierate sui tre lati controllati direttamente e indirettamente dal Cremlino, a sud, est e nord, e sono entrate in Ucraina per debellare il legittimo governo in carica, non così prono come Putin avrebbe voluto.

L’obiettivo non è, quindi, soltanto l’occupazione delle repubbliche minori russofone al confine con la Russia, ma il controllo dell’intero territorio nazionale, nell’unico modo concretamente possibile: la nomina dei Trenta Tiranni, dal nome del governo di oligarchi istituito ad Atene da Sparta.

Al posto di Zalensky e delle istituzioni scelte dai cittadini ucraini, che si stanno difendendo più coraggiosamente e più efficacemente di quanto si potesse immaginare.

L’aviazione e la flotta sono state debellate nel primo giorno di guerra. Troppa la sproporzione tecnologica e numerica. I soldati ucraini, invece, si sono armati di armi leggere e combattono uomo ad uomo. Non sono mancati gli episodi di eroismo. Un soldato ucraino si è fatto saltare con il ponte minato per non fare passare i carri russi. Il plotone attestato sull’isola dei Serpenti non ha consegnato le armi, scegliendo di morire per il proprio paese.

Il presidente Zelensky non ha accettato l’offerta di Biden di rifugiarsi in America, dicendo che gli servono munizioni, non un passaggio. Non sono mancati nemmeno episodi di crudeltà degli invasori. E’ virale l’immagine del carro armato che schiaccia di proposito l’autovettura di passaggio. Ci auguriamo che i responsabili siano identificati e perseguiti dal tribunale internazionale per crimini di guerra.

Sembra che Putin abbia dato ordine di risparmiare i civili. Ma non c’è un fronte. Ci sono città invase e bombardate. Quale che sia l’esito politico e militare, l’invasione è un segnale per tutto l’occidente. In via di accerchiamento, economico, oltre che materiale. Da est e dal sud. Con complicità negli Stati Uniti e in Europa. Da estirpare.       

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