Dossier Corea del Sud – Imprenditori italiani, benvenuti a Seoul!

Soltanto gli addetti ai lavori sanno che l’Italia è il quarto paese esportatore verso la Corea del Sud, con un volume d’affari di circa 10 miliardi di dollari, che ha consentito al Bel Paese, in Europa, il superamento della Francia e il distacco della Germania, entrambe molto agguerrite nel perseguimento delle scelte di politica commerciale internazionale. Il primato italiano in Corea del Sud è dovuto principalmente al Made in Italy dei beni di consumo e del comparto moda, che costituiscono il secondo, fondamentale, pilastro dell’export nazionale, apprezzato nel mondo, oltre al crescente insediamento nel settore della meccanica strumentale.
Il successo italiano in Corea del Sud non è casuale, è l’effetto di una lungimirante attenzione reciproca, di una amicizia tra le istituzioni che si è strutturata nel tempo, fin dagli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso. L’evoluzione politica ed economica del paese, che ha investito in democrazia e cultura, da allora è stata continua e incalzante. Seoul è nota come il “Miracolo sul fiume Han”. La crescita dell’economia ha comportato una notevole stabilità interna, consentendo la conclusione di importanti accordi internazionali, nonostante l’irrequietezza dei vicini sul confine Nord.
L’attuale agenda politica coreana poggia sul consolidamento interno e su due principali direttive estere: una decisa proiezione economica verso la Cina e un sistema di alleanze strategiche tendenti al posizionamento nei mercati in via di sviluppo. Il rapporto con gli Stati Uniti è privilegiato.
In questo delicato e importante contesto economico e geopolitico si sono brillantemente collocate le imprese italiane, sostenute dalle loro indubbie capacità e dall’impegno assiduo delle istituzioni di settore, con un significativo vantaggio della bilancia commerciale e dell’export nazionale.
Ma, se è vero che i rapporti commerciali sono in crescita, il quadro economico registra, per il momento, una contenuta attrazione degli investimenti strutturali reciproci, i cui numeri, però, sono attualmente in rialzo. Per buona parte, il merito di questi risultati deve essere attribuito alla Camera di Commercio italo coreana, le cui competenze rappresentano un vero know-how di successo nella gestione dei rapporti e nell’assistenza alle imprese.
Il Presidente in carica, Alessio Ferraresso (Luxottica Korea), è un manager di grande esperienza e capacità, conosce il mercato locale e internazionale, si è calato perfettamente nel ruolo dimostrando di saper cogliere le opportunità che la Corea offre alle aziende italiane. La struttura operativa è composta da dirigenti e manager altrettanto brillanti, a partire dal segretario generale Roberto Martorana e a seguire con i direttori. I rappresentanti delle più prestigiose multinazionali a Seoul offrono, a loro volta, nelle attività di commissione e nei ricorrenti eventi, un contributo intellettuale e relazionale insostituibile.
Allo stato, la Corea del Sud rappresenta la dodicesima economia mondiale e la quarta dell’area Asia, in compagnia di Cina, Giappone ed India (fonte www.infomercatiesteri.it) , avendo adottato una strategia di accordi di libero scambio di primo livello: il FTA in vigore con l’Unione Europea è da record. Questi successi sono dovuti agli investimenti nel sistema di infrastrutture integrato, la cui efficienza ha portato la Corea a diventare il maggiore hub dell’area nord-est del Pacifico. Abbiamo chiesto al Presidente Ferraresso quali possono essere le opportunità di business per le PMI italiane che ambiscono ad entrare nel mercato coreano e quale può essere la chiave del successo:

“Alla luce della composizione del tessuto industriale del paese e delle caratteristiche che questo presenta, nonche’ della sua popolazione e del forte interesse che questa nutre nei confronti dell’Italia, numerose sono le opportunita’ che si possono prospettare per le PMI italiane in vari settori, a partire da quelli di eccellenza del nostro paese, il notissimo “Made in Italy”, che va dall’agroalimentare e vitivinicolo al fashion, dal design all’arredo casa e oltre. Non vanno comunque assolutamente dimenticati altri settori, di cui gli operatori italiani spesso poco conoscono la Corea e le sue potenzialita’.
Stiamo parlando di un paese proteso verso l’innovazione, la ricerca e l’alta tecnologia, motori del suo rapido sviluppo economico, individuati dai governi che si sono succeduti a fronte della quasi inesistenza di materie prime del paese. Sul fronte della ricerca applicata e dell’ innovazione tecnologica si aprono prospettive di rilievo per l’industria italiana che opera in questi settori e a questo proposito appare rilevante la spesa, sia pubblica che privata, che la Corea dedica alla ricerca e sviluppo, piu’ alta di USA e Giappone, della media dei paesi dell’Unione Europea e molto al di sopra di quella dei paesi dell’area OCSE.
In questi contesti esistono opportunita’, spesso non colte dalla nostra imprenditoria, in settori quali la robotica e l’automazione, la meccatronica e, trasversalmente, l’universo dell’ICT. Occorre peraltro sottolineare che e’ necessario porre attenzione sull’ importanza, oltre che dell’export, della cooperazione, vista come arricchimento reciproco per proiettarsi su mercati terzi in maniera congiunta. Alle opportunita’ per i settori del tradizionale “Made in Italy” e per altri settori e comparti, certamente ha giovato la firma dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Corea, che nel triennio 2011 – 2014 ha visto un’ impennata del 35% dell’export europeo verso il paese orientale. Stiamo comunque trattando di un paese intriso di confucianesimo, piu’ o meno consapevole, a tutti i livelli della sua struttura sociale ed economica. Da qui la necessita’, per gli operatori che intendano confrontarsi con questo mercato, di individuare delle chiavi di successo che dall’antico retaggio confuciano non possono prescindere, iniziando dai rapporti personali tra imprenditori, non dimenticando che solo da pochi anni si affaccia alla ribalta la seconda generazione imprenditoriale e che quindi ci si confronta ancora spesso con imprenditori che hanno iniziato la loro attivita’ in contemporanea al percorso di industrializzazione del paese.
Queste le prime chiavi di successo per una impresa che intende cogliere le opportunita’ di questo paese. Andando a quelle piu’ “business oriented”, in particolare nei settori che possiamo definire tecnologici, una presenza fisica sul posto e’ quasi indispensabile, o quanto meno la presenza di un interlocutore locale e’ fondamentale, soprattutto per il servizio post-vendita. Molte volte le imprese coreane lamentano il fatto che effettuate le vendite le aziende italiane scompaiono, lasciando solo il cliente in occasione di guasti, fermo macchina o mancanza di pezzi di ricambio. La presenza fisica tranquillizza il cliente in quanto sa a chi rivolgersi in casi di necessita’. Sono poi importanti la puntualita’ nelle consegne, l’invio di informazioni e di quanto necessario per lo sviluppo e il consolidamento della collaborazione, evitando il pressappochismo e l’approssimazione, che molte volte purtroppo fanno preferire le aziende tedesche, giapponesi o americane a quelle italiane.”
Alla storia di successo dei rapporti tra Italia e Corea del Sud, che non si esauriscono nei rispettivi territori nazionali, ma si estendono alla costituzione di alleanze strategiche in vari paesi terzi (vd. partnership tra ENI e KOGAS in Africa e Medio Oriente), il NuovoMille.it si propone di offrire, in sintonia con la Camera di Commercio di Seoul, un contributo divulgativo mediante la pubblicazione delle opportunità di business e delle notizie di interesse delle istituzioni e delle imprese e un contributo culturale allo sviluppo dell’amicizia tra i due popoli.