Decreto salvabanche, clamorosa gaffe del governo

Nelle settimane scorse il governo Renzi ha inanellato una sconcertante serie di gaffes a velocità sempre più sostenuta. Tra queste, la palma compete al decreto salvabanche, adottato in pretesa conformità alla direttiva europea sul risanamento e sulla risoluzione degli enti creditizi, ma, nella realtà, in difformità sia dalla direttiva europea, sia dai principi fondamentali dei diritti dell’uomo, che la direttiva – va detto – non dimentica di richiamare per dichiararne la inattaccabilità. Ma il messaggio non deve essere arrivato al governo, vista la tracotanza con cui il decreto è stato varato e presentato alla stampa. Che, per la verità, non ha svolto, finora, quella attività di analisi critica richiesta alla voce di un paese libero e democratico.
Il suicidio del povero pensionato di Civitavecchia è stato ampiamente commentato e la procura competente ha aperto una indagine. Ma francamente non ci sono i presupposti per l’incriminazione di una persona, quanto piuttosto di un sistema di complicità trasversali che può e deve essere denunciato e risolto sia in sede politica, che in sede amministrativa e giudiziaria. Non necessariamente nazionale, se il difetto di libertà continuerà a investire la stampa con conseguenze a carico dell’informazione e delle libertà dei cittadini, risparmiatori in primis.
Il Nuovo Mille farà la sua parte, commenterà nello specifico gli eventi e promuoverà le azioni necessarie a tutela delle persone e del sistema bancario e finanziario, smentendo la fola che i poveretti debbano necessariamente rimetterci per premiare le rapine legalizzate. Che non esistono. Esistono soltanto i diritti non tutelati di cittadini che devono essere correttamente e completamente informati.