Un Livello Essenziale di Assistenza (LEA) per i COVID 19: subito e con i fondi del MES

Domenica su RAI 3 a “mezz’ora in più”, trasmissione ben condotta da Lucia Annunziata, abbiamo assistito ad un garbato confronto tra due autorevoli protagonisti di questi mesi appena trascorsi : i professori Zangrillo e Grisanti hanno dato una loro visione dei fatti della situazione attuale e quella, presunta, della futura evoluzione della pandemia.
Punti di vista diversi. Quella del clinico che ha affrontato una emergenza ospedaliera, non prevedibile, e quella del virologo che con la corretta impostazione di indagini di laboratorio sulla popolazione ha dato il fondamentale indirizzo alla Regione del Veneto per un’azione vincente sul campo, che può essere presa a modello; consiglio di vedere la registrazione su RAI PLAY.
Nella diversità delle opinioni sul prossimo futuro su una cosa i due cattedratici sono stati d’accordo: occorre una strategia nazionale per pianificare non solo questa fase estiva ma quella autunnale ed invernale che può portare ad un aumento dei contagi, poiché il COVID 19 ancora è in circolazione e nel mondo i contagiati sono milioni e l’Europa non può chiudere le frontiere a tempo indeterminato; oltretutto i casi in Germania e in Russia stanno a testimoniare la presenza del virus e la sua capacità di diffondere il contagio.
Per il vaccino occorre aspettare, la durata dell’immunità post contagio è ancora tutta da chiarire e bisogna comunque ritornare ad una normale gestione sanitaria della popolazione fragile.
Un LEA per il COVID 19 di respiro europeo è un traguardo a portata di mano poiché i fondi del MES ci sono e con quello che è successo, la memoria di migliaia di morti è una ragione più che sufficiente, per finanziare in ogni Regione personale, laboratori, reparti e servizi sul Territorio per tenere sotto controllo eventuali nuovi episodi di contagio; si può permettere così alla Sanità di ritornare ad una normale attività di assistenza aumentando la sorveglianza preventiva sulle persone che hanno i fattori di comorbilità concorrente all’infezione da COVID 19 che possano evolvere nelle situazioni più gravi.
Non attingere ai fondi del MES è un insulto al buon senso ed alla necessità di porre la salute dei Cittadini come primo obiettivo lasciando risorse per Istruzione e servizi per la Famiglia; una intesa in questo senso a livello parlamentare ampio attiene ad uno stato di necessità della popolazione e non può essere considerata come un pre-accordo elettorale nelle prossime elezioni regionali
Di tutte le persone che sono contrarie al MES, negli oltre miei 40 anni di attività istituzionale, non me ne ricordo una sola che possa vantare trascorse competenze di merito su questa questione e non si può mettere a rischio un livello essenziale di assistenza nelle patologie (sociali) infettive su questioni di contabilità che riguardano prestiti sostenibili a lungo termine confondendo le idee ai Cittadini.
Siano quindi le Regioni a prendere una decisione coerente con i bisogni, insieme allo Stato, per un LEA adatto alle esigenze socio sanitarie correlate al COVID 19.
Ma se non viene approvato il MES, con un torbido obiettivo di generare malcontento sociale e dovesse nell’autunno verificarsi una recrudescenza del COVID 19, sappiamo con chi i Cittadini devono prendersela: la realizzazione di un LEA per il COVID 19 in un accordo Stato-Regioni vale un debito a lungo termine con la UE e chi non lo approva potrebbe, a suo piacimento, poi scegliere se andare in Russia, in Cina, negli USA o nel Venezuela, paesi dove ci si può curare solo se si hanno molti soldi.
Il SSN italiano , che ha dato una prova di straordinaria capacità di prestazione universale, va protetto dalla probabilità di un collasso sistemico che può mettere a rischio la universalità della prestazione, valore che in questi giorni la stessa EU consiglia di preservare.
E’ bene ricordare che la UE è custode di questi valori che richiedono ancor più ingenti spese; negli USA e nella Cina del nuovo “imperatore” Xi non esiste il diritto di tutti alla salute ma questa volta le vittime non saranno silenziose mentre la OMS ha alzato il livello di all’erta; la UE può dare un esempio lungimirante di come i diritti dei singoli sono anche doveri collettivi.