Creato il transistor più sottile al mondo: è italiano


L’Istituto italiano di Teconologia ha creato l’impossibile: un transistor che è 100 volte più sottile della pellicola per alimenti (150 naometri).

A capo del progetto un team di esperti italiani coordinati dai ricercatori Mario Caironi e Virgilio Mattoli.

L’innovativo sistema è già stato pubblicato sulla rivista internazionale scientifica Nature Communications, decretando per l’Italia un record mondiale, superando con uno stacco incredibile quello ideato dal Giappone (300 nanometri).

Ma cos’è il transistor?

È una tecnologia stampabile su qualunque parte del corpo, che crea una sorta di pelle artificiale in grado di monitorare la maggior parte delle funzioni vitali del corpo (respirazione, battito cardiaco ecc…) con scopi sportivi e di salvaguardia della salute.

Oltretutto, spiega Caironi, questo strumento può essere «utilizzato anche per lavorare sul recupero di funzioni che sono andate perse, come quella tattile. Stiamo già lavorando su progetti per rendere questi risultati possibili». 

Come dichiarano dall’Istituto italiano di Tecnologia, siamo di fronte ad una rivoluzione importantissima, anche perché i nuovi processori tansistor saranno, non solo integrati con le funzioni biologiche del corpo umano, ma anche flessibili, riuscendo così a soppiantare il volume di calcolo con sistemi che siano il più possibile compatibili con la nostra vita. 

Oltretutto, siamo di fronte ad un cambiamento epocale dello studio tecnologico tipico anche della cibernetica (la replicazione tecnologica delle funzionalità del vivente). Difatti, grazie al nuovo transistor, si passerà dalla tecnologia indossabile (ad esempio gli smart-watch, i cardiofrequenzimetri ecc…) alla cosiddetta bioelettronica. Quest’ultima sarà un passaggio cruciale nello sviluppo sia tecnologico che di miglioramento della vita umana, dal momento che il dispositivo non sarà più semplicemente appoggiato al nostro corpo, ma direttamente integrato, con la possibilità non solo di monitorare, ma anche migliorare le funzionalità che – ad esempio a seguito di un trauma – abbiamo perso o ridotto.

Questa notizia fa balzare l’Italia ancora di più in alto nella classifica dei paesi più innovativi, sulla scorta anche degli innumerevoli brevetti che nell’ultimo triennio sono stati depositati, portandoci allo stesso livello (e in alcuni casi anche più in alto) di paesi come Francia, Germania e Regno Unito.

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