A Trento festival dell’ipocrisia


Si è appena concluso a Trento il festival dell’ipocrisia, divulgato dal Sole 24 Ore come festival dell’economia, ricco di personaggi e povero di idee, comunque del tutto privo di analisi e di proposte operative.

Si può essere certi che tutto proseguirà come prima, che gli attori dell’economia continueranno indisturbati a mietere vittime, a conquistare o distruggere le imprese, in Italia e altrove, con mezzi soltanto apparentemente leciti.

Le formule sono rimbalzate sul palco, ma nessuno ha detto che la globalizzazione è la scena del crimine dell’economia e del diritto internazionale e che ha soltanto offerto il pretesto per spostare da una parte all’altra del mondo civiltà e benessere, per realizzare la volontà di dominio di stati, fondi e imprese multinazionali. In danno dell’Italia e di altre economie occidentali.

Men che meno sono stati denunciati i responsabili delle diseconomie, per usare un termine edulcorato. Non è stato detto che l’andazzo della globalizzazione non è nemmeno capitalismo, ma è incetta di capitali, che in parte scompaiono nello shadow banking e sono volti a distruggere e non a costruire. Come hanno raccontato alcuni sicari pentiti dell’economia.

E’ un male necessario? Non si può nemmeno reagire? Certo che sì. Ancora oggi. Facendo le analisi che a Trento non sono state fatte e assumendo le iniziative necessarie.  

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